mercoledì 20 agosto 2008

LE RETI AMICHE

“Reti amiche”: il mondo dei servizi che le tabaccherie possono mettere a disposizione dei cittadini.
Servizi essenziali per il cittadino che, recandosi in tabaccheria nelle ore a lui più comode, può usufruire del non piccolo vantaggio di riuscire a concludere alcune delle più “noiose” incombenze quotidiane senza alcun disagio, evitando di far code e risparmiando tempo prezioso.
Questo è quanto dichiarato dal boss della FIT Giovanni Risso. Ha ragione, in effetti è così, infatti il cittadino ha dei vantaggi ( anche se a costi superiori di quelli applicati dagli uffici postali ), può usufruire di orari decisamente superiori a quelli delle Poste, evita le code ecc. Hanno dei vantaggi anche i “gestori” che non metteranno certo a disposizione gratuitamente le loro reti decidendo, inoltre, tempi, modalità e costi; e non ultima la FIT che si vedrà riconosciuta la propria “fetta” senza costi e senza impegni.
E i Tabaccai ricevitori? Beh, per loro il discorso è diverso: a loro verrà riconosciuto un aggio ridicolo ( come al solito), 50 o 60 centesimi di Euro per operazione, dovranno pagare le fidejussioni ( quasi tutti a ECOMAP – FIT ), dovranno assumersi tutti i rischi derivanti da una circolazione di maggiori contanti nelle loro casse, dovranno assumersi l’onere dei vari costi, non avranno come al solito voce in capitolo sulla gestione dei servizi, ecc. ecc.
Naturalmente ci saranno i soliti che diranno che i servizi porteranno ulteriori utenti all’interno delle attività e quindi potenziali acquirenti di altri beni disponibili. Affermazioni estemporanee puntualmente smentite dai fatti e che possono avere un riscontro positivo solo in quelle attività collocate in grossi centri o in punti di alto passaggio e che invece saranno penalizzanti per quelle attività presenti in piccoli centri o in periferia.
Una domanda però sorge spontanea:
chi decide i compensi da riconoscere ai tabaccai/ricevitori?
Chi tratta per loro?
Perché questi “compensi” non vengono mai ridiscussi ed adeguati?
Possibile che queste cose non si debbano mai sapere e nessuno si prende la briga di chiarirle?
Almeno per i giochi ci sono delle disposizioni di Legge che stabiliscono gli aggi, per i servizi invece no.
Sicuramente la FIT ha voce in capitolo in questa faccenda, considerata l’enfasi con cui annuncia i servizi, quindi è presumibile che sia lei a trattare con i vari operatori, naturalmente senza pensare minimamente di consultare preventivamente la propria “base” ( come farebbe qualsiasi sindacato che si definisse tale), prima di decidere sulla pelle degli altri.
E perché nessuno si ribella a questo stato di cose e continua a foraggiare la FIT sottoscrivendone la tessera e accettando passivamente servizi con compensi da fame?

Tante domande e nessuna risposta – o risposte retoriche e banalmente scontate -; sta di fatto che tra i vari servizi se ne dovrebbe aggiungere un altro: “la dignità” …..sarebbe la più richiesta perché è a costo zero!


Luber

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