CONTRATTO SISAL

I canoni (addirittura suddivisi per fasce di reddito), i comodati d’uso a pagamento ecc.; le riflessioni non vanno fatte su questi aspetti che sono solo la logica conseguenza di una situazione ben più allarmante e che richiede un’analisi più severa dei fatti.
Sisal, in virtù della vincita del bando del superenalotto, ha conseguito di fatto il monopolio di questo gioco ( cosa che per altro già deteneva).
In virtù di detto monopolio, e della conseguente posizione dominante assunta, Sisal detta le “regole” che vanno in un'unica direzione e cioè nella tutela e nell’incremento esclusivo dei propri interessi economici, senza curarsi minimamente del fatto che queste sue azioni possono influire in maniera disastrosa su molti ricevitori e, di riflesso, sui giocatori.
Basta leggere il nuovo contratto proposto da Sisal: è una lunga sequela di imposizioni, di doveri e di costi tutti riferiti ai ricevitori, ai quali è lasciata un’unica scelta: “prendere o lasciare”.
Tutto secondo il solito e ben collaudato copione.
Ma chi vive di soli giochi come fa a lasciare? E’ costretto ad accettare le clausole capestro di Sisal, nella speranza di poter almeno rientrare dai costi; deve ingoiare per forza il “boccone amaro”.
Sisal questo lo sa bene e anche nello studiare le ridicole quanto aberranti fasce di canone ( i cosiddetti decili), ha fatto bene i suoi calcoli al punto tale che in massimo cinque anni, con i soli canoni, rientrerà dagli investimenti fatti; senza contare che nel frattempo le entrate di gioco saranno per Sisal il vero e puro guadagno.
Con la scusa di incentivare i ricevitori prevedendo presunte nuove strategie di gioco, li induce a produrre di più per pagare meno canone. Con questo bel giochetto Sisal si assicura entrate costanti e redditizie, mollando ai ricevitori un contentino insignificante.
Si è guardata bene – come sarebbe stato più logico – di fare un discorso di incentivi sull’aggio dei ricevitori e cioè “ più produci e più ti aumento l’aggio”; giammai! Il discorso è “più produci e meno paghi” ma sempre di pagare si tratta e non di guadagno che è solo appannaggio di Sisal.
Qualcuno potrebbe obbiettare sostenendo che ad una maggior produzione corrisponde un guadagno più alto; è vero ma bisogna tenere conto che con i maggiori guadagni devi pagare i costi che Sisal ti impone e che come canone sono minimo €.800 più iva che alla fine sono €.960, pari a 1.920 colonne superenalotto sulle quali il ricevitore non guadagna nulla ma sulle quali Sisal, comunque, percepisce il suo aggio.
Ora poniamo il caso che tutti i 23.000 punti raccolta ( tali diverranno a breve), vadano in prima fascia di canone (€. 8oo + Iva); per coprire le spese del canone i punti di raccolta dovranno produrre, gratuitamente, 44.160.000 colonne ( 1.920x23.000), annue sulle quali Sisal avrà comunque il suo aggio, oltre a €. 18.400.000 + iva, per proventi derivanti dai canoni applicati (800x23.000).
I calcoli i signori di Sisal se li sono fatti bene, alla fine per loro i bilanci devono quadrare, se quelli dei ricevitori vanno in rosso a loro poco importa.
La cosa che lascia alquanto perplessi è come STS consideri quella di Sisal un’offerta innovativa e ragionevolmente equa e come si arroghi il diritto di rappresentare i ricevitori; proprio STS che come sindacato ( almeno così si definisce) è in grado di tutelare solo se stessa e la “mamma” che l’ha partorita, cioè FIT.
Ah FIT! Allora tutto si spiega ( come sempre), tutto ha una logica….il cerchio si chiude.
A conti fatti è sempre stato così, nulla di nuovo, ma in tutto questo stato di cose i ricevitori sono esenti da responsabilità?
Direi proprio di no, i ricevitori non sono mai stati, e mai lo saranno, una categoria, la loro miopia e ottusità ha permesso a chiunque di prenderli impunemente a schiaffi e di continuare a farlo, senza manifestare una benché minima reazione di orgoglio e di dignità.
No! Non è il canone, il comodato d’uso a pagamento, i balzelli vari….è la stima in se stessi che i ricevitori ormai hanno perso ed è grazie a questo che certa gente può permettersi qualsiasi cosa nei loro confronti.
E’ inutile gridare “scioperiamo”, “non sottoscriviamo il contratto” ecc. ; quante volte è stato detto e i risultati li abbiamo sotto gli occhi.
Questa è la situazione “prendere o lasciare”, il resto sono chiacchiere, è ridicolo continuare a prendersi in giro.

Luber