sabato 5 maggio 2007

IL NUOVO TIPO DI “PIZZO”(Ovvero come fare l’imprenditore con i soldi degli altri)

I grandi gruppi, quali Lottomatica, Sisal, Snai ecc., dicono che hanno investito grosse cifre nel nuovo gambling italiano, disegnato da BersaniViscoTino. E fin qui nulla da obiettare. E’ una normale operazione di investimenti nel mercato delle scommesse e degli altri giochi a pronostico tradizionali. E’ come se lo Stato avesse indetto una gara di appalto, divisa in lotti, per l’esecuzione di grandi opere, alla quale partecipano alcuni grossi gruppi industriali per aggiudicarsi alcuni lotti- in questo caso “punti negozi” o “punti vendita”. Tanto di cappello (se fosse vero), sarebbe una rarità in italia: gruppi o singoli industriali italiani che investono e rischiano direttamente i propri i soldi.

Così, purtroppo, non è. Sarebbe stata una vera Anomalia rispetto alla consuetudine dilagante, divenuta sistema, di fare impresa con i soldi …degli altri. Ed infatti, questi grandi gruppi, si sono tranquillamente allineati all’andazzo generale e, quindi, non gestiranno direttamente i punti ottenuti, chiamati “diritti” (che obbrobrio!); ciò comporterebbe ulteriori investimenti in termini di personale, locali, attrezzature ecc. , e quindi di rischio, quello vero ! Neanche a parlarne. Non esiste che si debba rischiare di rimetterci i propri soldi quando c’è il modo “sicuro” per guadagnare soldi diversamente (e’ una prassi consolidata, tutta italiana). E’ una follia. E poi si passerebbe per “fessi”.
Occorre solo trovare altrove i fessi, quelli veri, applicare la tecnica del passamano del rischio, ovvero il sub-appalto usuraio legalizzato, mascherato da un sapiente maquillage mediatico.

E la giostra comincia a girare, al suono dell’inno del lavoro.

Si sub appaltano i lotti vinti, cioè il “lavoro”, ad altre aziende presenti sul territorio (la disponibilità è enorme: sul mercato ci sono oltre 23mila ricevitorie disponibili), già dotate di locali, di personale e di quant’altro serva… a servire i loro interessi. Offrono un pacchetto, all-inclusive, comprensivo anche di obbligo-slot ed altre cosucce, vessatorie quanto basta.

Resta pacifico che, per ottenere il subappalto, i ricevitori, oltre a mettere a disposizione locali, personale, professionalità, clientela già acquisita ( tutto a spese loro), devono pagare a questi “signori” fior di soldi; devono adeguare i loro locali secondo quanto prescritto dal bando e dal loro concedente il “lavoro”. In cambio, però, viene loro riconosciuta, se tutto va bene, una percentuale -sul loro lavoro!. Insomma, grasso che cola. Un bel colpo per questi “gruppi”che così rientrano alla grande e senza sforzo, degli investimenti iniziali. E le plus valenze prodotte dal lavoro di queste aziende sono di diritto di questi gruppi!.

In più, i ricevitori non sono padroni di nulla. Se le loro aziende non producono a sufficienza (per loro e per i concedenti il lavoro a pagamento), o se i detti gruppi non sono soddisfatti del loro rendimento produttivo, oltre chè comportamentale, rischiano di perdere tutto. Non vai bene? Out e basta!. E’ il mercato, ovvero la nuova teocrazia imperante.

Insomma, non basta pagare per lavorare – cosa di per sé già abominevole-, devi anche produrre bene, e con l’esclusiva del rischio. E’ peggio del famigerato Pizzo nostrano. Questo almeno, dopo averlo pagato, ti lascia libero di lavorare come meglio credi. Qui, invece siamo in presenza di qualcosa di nuovo, di più sottilmente peggiore: e’ una nuova, e ben più sofisticata versione del vecchio, tradizionale pizzo.

E il tutto avviene sotto l’ala protettiva, benedicente, dispensatrice, armonizzante, liberalizzante, controllante e controllore di AAMS BollinoBlù GiocoSicuroGiocoLegale.

E’ cosi’ “unta” di giustizia, protettiva ed egalitarista, che, dopo il grido di dolore per la legalità stuprata dal telematico, ora vuole (deve!) porre anche altre limitazioni al gioco telematico.
E non importa niente che questo circuito faccia guadagnare all’Erario un sacco di soldi (e mantenga alcune migliaia di famiglie); e’ una questione di principio, e si sa che, quando sono in ballo i principi, non bisogna guardare al vile denaro, bisogna farlo e basta.

E’ assolutamente secondario, addirittura fisiologico, che poi, qualche maligno, bastian contrario ad ogni costo (come noi), sostenga che il telematico dia fastidio a questi “potenti” gruppi, appoggiati da sedicenti sindacati, perchè sottrae dai loro locali un po’ di presenza fisica di cittadini (che non ne vogliono proprio sapere di entrare nelle loro agenzie): gli investimenti (solo i loro) vanno protetti, salvaguardati dal famigerato, illecito telematico; il suo prorompente sviluppo va fermato. E va fatto subito (ovviamente in nome della legalità del sistema!). Semplicemente perché la sua espansione non permette di sfruttare al meglio l’armamentario makkinettaro et similia, avuto in regalo.

Si può in sostanza affermare che sia stato costruito un nuovo, sofisticato, avanzato (ed invidiabile) paradigma di gestione politico-economica dell’impresa; che ha il vantaggio (per ora) di essere esente dalla violenza fisica. Infatti, non ci sono violenze fisiche al ricevitore che non voglia pagare per lavorare.
La perdita del proprio, sudato, conquistato lavoro è solo un effetto collaterale, non contemplato nel nuovo paradigma comportamentale dell’impresa, sancito da BersaniViscoTinoGruppiIndustriali.

By LuberDoc

P.S. Nota informativa (inutile?) per i ricevitori. In qualche forum si continua a discettare, facendo confusione, tra telematico attuale e gioco a distanza.
Dal punto di vista operativo non esiste differenza, mentre dal punto di vista normativo la differenza e’ non solo formale ma sostanziale.
a) Il telematico attuale, al quale sono abilitati molti dei concessionari usciti dai bandi 99/2000 (vedasi l’elenco sul sito di aams), e’ stato istituito dal decreto del ministero delle finanze (del turco) nr.156/2001, attuato dal decreto direttoriale (cutrupi) del 31.5.2002, da ultimo modificato dal direttoriale del 21.03.2006 (tino), ed ha scadenza 31.12.2011.
b) Il gioco a distanza e’ previsto da una Legge dello stato (art.38 , Bersani e company) da cui ha preso spunto il successivo bando aams; scade il 31.12.2015. Un’altra legge dello stato (finanziaria 2005) prevede modalità di pagamento diversi (i cui riferimenti, ai commi 290 e 291 sono riportati a pagina 12,13 dello schema di convenzione della concessione), ribaditi poi dall’art.11-quinquiesedecies di un’altra legge dello stato (L, del 2.12.2005, nr.248).

Nessuna discussione, invece, sull’assordante silenzio che esiste da parte dei vincitori delle concessioni a distanza, ippiche e sportive. Il pericolo, reale, di un altro grande pastettone in danno dei ricevitori, (in linea con il paradigma di cui si e’ detto sopra) non interessa nessuno. C’est la Vie.

LuberDoc

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