domenica 8 aprile 2007

METAMORFOSI SINDACALI O “IL NUOVO TEATRO DEI PUPI”?

Un sindacato trae la sua essenza di tutela degli interessi dei propri soci dalla Costituzione Italiana (art.39). Ergo, il sindacato è il difensore per eccellenza del Diritto. Ma come sempre ci sono le dovute eccezioni. Nel Gambling Italiano, invece, è orma prassi sindacale consolidata identificare il diritto alla libertà d’impresa con la pretesa di fare profitto a qualsiasi costo ed in qualsiasi modo, al di là delle regole di mercato e di una corretta concorrenza.
E se è il caso lo fanno anche in nome della (loro presunta) legalità. E gli ultimi sindacati nati in questo settore, salvo eccezioni interessate, si sono prontamente adeguati.

Dopo il prode difensore di Snai, Ginestra, sono scesi in campo: il prode Palmieri, presidente del Sicon e il prode Passamonti, presidente del sindacato di Sisal-Match-Point (Sts e utis sono loro supporters, ormai, da molto tempo). Si è formata una bella congrega di smemorati interessati che, uniti contro il comune nemico, sono scesi in campo per difendere a spada tratta il diritto e la regolarità del mercato, ovvero, tradotto, le proprie lobby – o come usano dire i “poveri” concessionari, provenienti dai bandi del ’99 e del 2000, e i nuovi dell’ultimo bando che hanno investito somme ingenti, talmente ingenti che, adesso stanno cercando di recuperare (con gli interessi) da ricevitori e/o da quanti altri siano disposti a sborsare le cifre da loro richieste, ivi compreso il “ricattino” “ se vuoi il corner devi anche prendere le slot in esclusiva”, ed altre amenità vessatorie.
Ovviamente i paganti non sono padroni di niente, salvo lavorare per conto terzi, perché, come dicono loro, il diritto a continuare o meno è una esclusiva di chi l’ ha vinto e non di chi pagherà per lavorare, finanziando il loro rientro dell’investimento fatto.
E quello che ho speso??? Beh, sono fatti tuoi, amico! E’ il mercato, questo.

Ora questi “paladini”(si badi che qualcuno di questi ha fatto anche ricorso contro il bando, sbandierato come totalmente iniquo. Questo però ieri, oggi è diverso, bisogna adeguarsi, anche perché e’ arrivato, bello grosso, l’affare delle slot nelle agenzie) si scagliano contro il gioco on-line: secondo loro la percentuale del 34%(per la precisione, nel 2006 e’ stata del 37,4%!) di gioco on-line, sul movimento globale, non è tutto frutto del gioco legale. Certamente a questi paladini non manca una buona dose né di sfrontatezza, né di faccia tosta, o bronzea se si preferisce, per dire cose paradossali sul telematico.

Ora può anche darsi che qualche operatore non agisca in modo del tutto legale, ed in questo è compito delle Autorità preposte intervenire e sanzionarle, non per questo bisogna criminalizzare un’intera categoria: è come dire che se un’impresa edile opera con operai non in regola, debbano essere chiuse tutte le imprese edili. Si facciano i controlli e si puniscano i colpevoli.

D’altronde dimenticano facilmente che la raccolta a distanza delle scommesse avviene attraverso un meccanismo, interamente disciplinato da un Regolamento attuativo che consente, in ogni momento, di tracciare ogni fase della giocata e di identificare il nominativo del giocatore, gli estremi del conto di gioco, gli importi giocati, quelli vinti e quelli rimborsati, nonché ogni altro movimento contabile riferito al conto suddetto. In altri termini, la raccolta telematica avviene attraverso un meccanismo assolutamente nominativo e trasparente.

La rete di commercializzazione delle ricariche e di apertura dei conti di gioco, inoltre, risulta interamente conosciuta dall’Amministrazione a cui vengono comunicati da parte dei concessionari interessati, in ottemperanza alle disposizioni normative dettate dal Regolamento del 21 marzo 2006, gli identificativi ( responsabile della gestione, ubicazione dell’esercizio, ecc.) dei punti di commercializzazione, con corredo di casellario giudiziale.

Esattamente il contrario di quello che avviene nelle Agenzie di scommesse ( quelle tutelate dai suddetti “paladini” e dal signore del feudo). In queste agenzie esiste il totale anonimato, delle operazioni e del giocatore, e non è possibile alcun controllo sui flussi di denaro che possono fare capo anche a gruppi criminali. E per le somme ingenti investite per rispondere al bando che provenienza hanno, visto e considerato che l’unico requisito richiesto dal bando era quello economico, chi ci assicura che non provengano da attività “poco chiare”o da gruppi “poco visibili”?

La realtà è che il così detto telematico è in una fase di enorme espansione; che di questa espansione gli artefici sono i ricevitori; che è stato il telematico il vero ed unico motore che ha determinato l’attuale sviluppo del settore, e ne determinerà l’ulteriore sviluppo; che il supporto funzionale di questo successo è stato la rete dei ricevitori, i quali lo hanno alimentato, e determinato, mediante l’offerta di servizi e di consulenza tecnica al giocatore che nelle agenzie non possono esistere.

Oggi questo lavoro rappresenta per molti ricevitori (e lo sarà sempre di più in futuro) che si trovano nell’impossibilità di investire le somme richieste da queste “brave persone” per l’attivazione di un corner o un punto gioco, l’unica alternativa per poter sopravvivere in maniera dignitosa e autosufficiente. E’ anche l’unico modo per sopperire alla distruzione sistematica, diabolicamente scientifica, dei giochi sportivi operata da Aams , il nuovo signore del Gambling, e dai suoi vassalli.

E allora perché questo accanimento contro il telematico, e quindi contro i ricevitori, dato che in teoria è un supporto economico utile ai concessionari, visto che gli utili prodotti dal telematico vanno ai concessionari e all’erario, e visto che qualsiasi concessionario può diventare telematico?

E ancora, perchè la richiesta del rispetto delle regole non l’ hanno iniziata nel chiedere con forza ad Aams il rispetto dei vincoli normativi sul massimo numero di concessioni acquisibili (sono 100)?
E il fatto che Aams abbia acconsentito a sentirli su questo tema non e’ il preludio ad una nuova scena da recitare nel “teatro dei pupi” con Aams nella veste di Capo-comico?

In realtà la motivazione, nella sua semplicità, è addirittura banale: in ballo c’e’ un grande affare in corso d’opera, basato sulla presenza fisica nelle agenzie del cittadino/consumatore e il consenso al mantenimento del potere abnorme di Aams.

E il battage messo in scena in questi giorni è solo la scenografia preparatoria finalizzata al profitto, economico e/o di potere. Di sindacalismo e/o rispetto delle regole neanche l’ombra.

In definitiva siamo, molto più semplicemente, in presenza di “ il nuovo teatro dei pupi”.

By LuberDoc

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