martedì 24 luglio 2007

VISTI DA FUORI - precisazioni -

L' ignoranza è la condizione dell'ignorante, cioè chi non conosce in modo adeguato un fatto o un oggetto, ovvero manca di una conoscenza sufficiente di una o più branche del sapere. Può altresì indicare lo scostamento tra la realtà ed una percezione errata della stessa.
In senso comune il termine ignoranza indica la mancanza di
conoscenza e di qualche particolare sapere, inteso in generale o su di un fatto specifico. Può significare anche non avere informazioni su un fatto o su un argomento.
Questa è l'accezione originaria del termine, che deriva direttamente dal
greco gnor-izein (conoscere) attraverso il latino ignorare (in - gnarus, che non sa).
Secondo l'insegnamento dei suoi discepoli
Socrate sempre professò la propria ignoranza in contrapposizione a coloro che continuavano a sostenere di essere sapienti. Socrate ignorante si contrappone, perciò ai sapienti o, con termine greco i Sofisti da sophos=sapienza.
Socrate in loro risposta affermò che, essendo conscio della propria ignoranza, egli era più saggio di coloro che, essendo ignoranti, continuavano a professare la propria sapienza (teoria della dotta ignoranza). La consapevolezza del sapere di non sapere è una coscienza e una verità evidente e innegabile, che dimostra intanto che la verità e la coscienza esistono e sono possibili (essendovene una). Socrate pose il sapere di non sapere a fondamento di qualunque altra verità e conoscenza.


Quanto sopra in risposta a coloro che si sono indignati dal contenuto dell’argomento : “Visti da fuori”.
A qualcuno in particolare vorrei dire che è vero che la FIT non ha mai dato dell’imbecille a nessuno, ma non ne aveva necessità visto che da tale lo ha trattato ( e continua a farlo ) nei fatti e nelle azioni che definisce a tutela della “categoria”.
Vorrei consigliare agli “offesi”, di leggere attentamente il senso del “Visti da fuori”, che non intende offendere nessuno ma vuole solo evidenziare come la disunità della categoria ha favorito certi atteggiamenti da parte delle “lobbie”; le accondiscendenze forzate e le vessazioni continue. Come una “categoria”, che ha in mano un potere enorme, non ha saputo usarlo se non per scopi individualistici favorendo assurde diatribe tra le varie “anime” che la compongono, prestando così il fianco a chi ha approfittato e approfitta della situazione esclusivamente per i propri interessi.
Qualcuno ha detto “ognuno è imprenditore di se stesso” è vero ( a parte l’imprenditore sul cui argomento ho già scritto nel blog “BOTTEGAI SI-IMPRENDITORI NO), ma appunto per questo deve assumersi le responsabilità delle proprie scelte e lo deve fare fino in fondo: è facile attribuire i meriti a se stessi quando le cose vanno bene e le colpe ad altri quando le cose vanno male.
Per mia natura sono abituato ad analizzare le cose, a cercare di capirne i contenuti e se non ci riesco chiedo a chi ne sa di più e quando arrivo ad una conclusione questa è frutto di seri approfondimenti su fatti e circostanza. Non arrivo a conclusioni affrettate solo dopo avere letto il titolo di un articolo, ma leggo l’articolo per intero cercando di capirne il senso e le motivazioni per cui è stato scritto; solo poi esprimo un opinione.
Consiglierei agli “offesi” di fare altrettanto.
Luber

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