martedì 3 aprile 2007

Diritto al lavoro..."violato"

Il decreto Bersani, convertito nella Legge 248/2006 e il successivo bando di gara indetto da AAMS ( Azienda Autonoma Monopoli di Stato), in nome di quelle “liberalizzazioni” tanto volute e tanto ostentate dall’attuale Governo che si autoproclama “difensore” dei cittadini e delle classi meno abbienti, di fatto mette a grave repentaglio, con enorme leggera indifferenza, il futuro lavorativo di parecchie migliaia di persone.
Mi riferisco ai lavoratori delle ricevitorie per la raccolta dei giochi pubblici che, con l’entrata in vigore del suddetto decreto, si vedono esclusi dalla possibilità di rientrare tra le configurazioni professionali previste dal bando stesso.
Tutto questo nonostante il CONI, con delibera 486/97, imponeva ad AAMS l’obbligo di tutelare tutta la rete dei concessionari preesistente. Delibera accolta favorevolmente da AAMS ed ora ignobilmente disattesa con la benedizione di Bersani & C.
Stiamo parlando di migliaia di persone che per svariati anni hanno messo a disposizione dello Stato e dell’utenza la loro serietà professionale e morale, garantendo, inoltre, la legalità delle operazioni da loro effettuate.
Ora, in nome del dio denaro ( questo decreto infatti richiede solo la garanzia economica dei partecipanti senza il benché minimo controllo sulla provenienza dei capitali che possono essere anche il frutto di operazioni illecite), queste persone vengono “cancellate” dal mondo lavorativo in cui hanno operato per decenni.
La cosa ancor più vergognosa, al di la degli emendamenti presentati al disegno di Legge ( sia dalla maggioranza che dall’opposizione), e puntualmente disattesi, è il silenzio di chi dovrebbe essere preposto alla tutela dei lavoratori: i Sindacati storici, le varie Associazioni di categoria, le Associazioni dei consumatori tanto zelanti nel predicare la difesa dei diritti di chi fa loro comodo e nel tacere tutto il resto. E ancor più vergognosi i mass media che non hanno speso una sola parola per evidenziare la situazione, a loro ben nota e ampiamente documentata dall’unico, piccolo, sindacato formato dai ricevitori stessi: il CoNaRi, che si è battuto e continua a farlo per difendere la categoria. Il CoNaRi si è rivolto a tutti: giornali, televisioni, associazioni, ha denunciato fatti e circostanze precise, gravi inadempienze, falsi in bilancio; ma nessuno si è degnato della benché minima considerazione. Forse perché anche l’onestà intellettuale e la moralità hanno un prezzo?

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